25 gennaio 2018
Sono
ritornata, quello che sembrava un po’ un sogno, è diventato davvero realtà
Ed eccomi di
nuovo qui, con la sensazione di essere un po’ “tornata a casa”. E’ tutto così
famigliare, a cominciare dall’aeroporto, anche se ci sono delle novità e dei
cambiamenti rispetto allo scorso anno.
Tanto per
incominciare, la discesa dall’aereo non è più in mezzo al piazzale di
atterraggio, ma viene collegato il corridoio e si arriva direttamente
all’interno dell’edificio. Poi ci sono tanti cantieri aperti per l’ampliamento
della struttura. Tutti hanno l’insegna
“CCCC” che indica la matrice cinese dei lavori….e questo la dice lunga.
Ho percepito
subito il caldo dell’Equatore anche se, all’esterno, pioveva a dirotto! Un bel
benvenuto in Africa, non c’è che dire!!
Come lo
scorso anno, appena fuori – su quello che è il piazzale di incontro con chi
aspetta i viaggiatori – vengo assalita dai vari taxisti che mi propongono un
passaggio “molto economico” in città. Rispondo che aspetto un amico che mi
viene a prendere e che mi porterà a Jinja, ma Moses non c’è ancora! Arriva di
corsa sotto un tremendo acquazzone, accompagnato, questa volta da suo fratello,
dopo una buona mezzora.
Ci mettiamo
in viaggio verso Jinja e, per ripetere il copione, impieghiamo più di 5 ore per
percorrere i 100km che ci separano da Entebbe a Jinja. Niente è cambiato!
Arrivati a
casa, vengo letteralmente assalita da tutta la famiglia – ben dieci persone
che, tutte insieme, vogliono abbracciarmi, salutarmi e dirmi che sono felici di
riavermi qui.
E’ stato
tutto molto emozionante e, quando è arrivato Martin, mi sono emozionata ancor
di più.
I’m back and what I thought was a dream,
has become reality.
Here I am again, feeling that I have
returned home. Everything is so familiar, starting from the airport although
there are some changes and works in progress to enlarge the place. All these
works have a “CCCC” tag indicating the massive Chinese presence in the country,
and we should carefully analyze this matter.
I immediately perceive the Equatorial warm
even though a heavy storm is in progress. It’s not the best welcome to Africa,
but it’s nice anyway.
As it happened last year, Moses was late
and I had to wait for him outside the airport while a storm was going on. I was
literally assaulted by taxi drivers who offered their cheapest services to take
me to town, but I knew how to refuse and discourage them.
Moses arrived half an hour later with his
brother, no kids this year to accompany him, and we start our drive to Jinja.
As last year, it took us more than 5 hours to drive the 100km between Entebbe
and Jinja: nothing has changed!
Once we got home, I am taken hostage by
the whole family: ten people who want to greet and hug me all together and tell
me how happy they are to have me back.
I was really moved by all this enthusiasm
especially when I was strongly hugged by Martin. He told me he was very very
happy that I kept my promise to be back.
26 gennaio
2018
La giornata inizia abbastanza presto. Subito dopo colazione, alle 8:00, vado con Moses al campo, non
lontano da casa, dove deve sorgere il nuovo asilo.
C’è già una
bella squadra di persone al lavoro. Il costruttore sta misurando il terreno ed
altre tre persone segnano con i paletti dove scavare le trincee per le
fondamenta.
Dall’altra
parte del campo, ci sono tre persone che stanno scavando per le fondamenta dei
bagni e un team di cinque sta tagliando le piante di banana che crescono nel
campo.
C’è ferment. Tutto sembra così più
semplice e rapido rispetto all’Italia. Nulla è fatto
meccanicamente, tutto lavoro manual, veloce, ma sicurmente molto difficile e
stancante.
Una seconda
visita in cantiere nel tardo pomeriggio mi lascerà strabiliata: le trincee sono
state tutte scavate. Si vede già dove sorgerà l’intero edificio composto da due
blocchi a “L”: uno di due stanze da 18x4 m ciascuna, una servirà come ufficio,
la seconda come magazzino. Nella parte lunga della “L” sorgeranno le tre classi
del nuovo asilo, tutte e tre di 18x4 m cad.
Nel
frattempo, tre camion di mattoni sono arrivati e sono stati scaricati nel
campo.
In tarda
mattinata, Moses ed io siamo stati a Jinja. Ho cambiato i soldi che mi ero
portata in contanti dall’Italia ad un cambio piuttosto favorevole. Questa quota
fa parte delle donazioni ricevute dalla mia famiglia, da tanti amici di Bagnone
e da Donne di Luna e dal Comitato promotore di “Bagnone in Festa 2017” che
molto generosamente hanno contribuito alla raccolta. Ringrazio tutti molto
calorosamente ancora una volta ed anche per conto della comunità di Kyabirwa.
Dopo il
cambio, iniziamo lo shopping. Andiamo in una zona di Jinja che non conosco,
dove tutti vendono materiale edile. Compriamo 50 sacchi di cemento, il tondino
da rinforzo, reti elettrosaldate, chili di chiodi di misure diverse, nastro in
ferro e sabbia. Spendiamo l’equivalente di ca. 700€ più altri 10€ per il
trasporto a casa (ca. 12km)
Nel tardo
pomeriggio, si è tenuta la riunione ufficiale del comitato promotore locale per
la costruzione dell’asilo cui hanno partecipato anche le autorità locali cioè
l’equivalente del sindaco - Chairperson I e di un presidente di regione Chairperson III
e la sua Vice. Il Chairperson III rappresenta il massimo grado della politica
locale e rapporta direttamente al
Governo Centrale.
Inutile dire che io ero “l’ospite d’onore”
. Ho realizzato quanto fosse importante per loro la mia presenza e
quanto sia stato fondamentale l’aver portato un po’ di risorse per iniziare I
lavori.
Mi sono resa
conto di questo non solo attraverso le parole, ma soprattutto nei fatti. Quando
abbiamo fatto la visita del cantiere, tutti, me compresa come ho detto sopra,
siamo stati tutti più che piacevolmente sorpresi daIla quantità dei lavori
eseguiti
Il
Chairperson III , molto soddisfatto nel vedere il progetto già in piena
esecuzione, ha fornito il suo pieno appoggio e, dopo avermi ringraziata, mi ha
invitata a Jinja nel suo ufficio per essere introdotta a tutto lo staff
dell’amministrazione regionale. Cosa che farò certamente presto, accompagnata
da Moses il “cervello organizzativo” di questo progetto.
Questo tipo
di progetto, cioè un progetto di iniziativa privata di un’intera comunità per
la costruzione di un asilo, è il primo nel suo genere in tutto il paese dove
non esistono asili se non pochissimi accessibili solo ai ricchi. Il Chairperson
ha detto che questo esempio deve essere “esportato” in altre parti del paese
così che sempre più bambini possano beneficiarne nel futuro al fine di
migliorare il loro livello di scolarizzazione.
Durante il
meeting, sono intervenuta sottolineando quanto fosse importante per me essere
ancora qui e, soprattutto, spiegando che l’aiuto economico portato, frutto di
tante persone della comunità dove vivo, deve essere considerato un supporto ai
locali per incoraggiarli ad avere fiducia nelle proprie capacità e possibilità.
Questo non è un gesto di potere, ma un’infusione di orgoglio e di autostima
perché anche loro siano in grado di credere nella possibilità di realizzare
qualcosa per il miglioramento delle loro condizioni di vita. Ho sottolineato
che non siamo più in un’epoca di colonialismo (anche se non è vero per tanti
altri aspetti – v. globalizzazione) e se oggi si hanno aiuti, domani questi
aiuti possono finire e ciò significa che tutti devono essere in grado di
continuare i lavori, di completarli e di fruire dei benefici futuri. Applauso!
26 gennaio
2018
The day starts pretty early. Immediately
after breakfast at 8:00, I walk with Moses to the field not far from home where
the new pre-school has to be built.
There are already a few number of people
working. The builder is measuring the site and three workers mark the place
where to dig for the foundation.
On the other side of the field, three men
are already digging the foundations of the latrines, and a team of five people
are cutting the banana trees with machetes.
It seems all so simple, nothing is
mechanical, it’s all manual and the works go on very rapidly.
A second visit during the late afternoon
leaves me astonished: the foundations have all been dug. Those for the latrines
as well as those for the main building. The main building will be made of two
blocks: one block with two rooms of 18x4 m each – one room for offices, the
other for storage. The second will be of three rooms of the same size (18x4 m
each) that will become the classrooms of the new pre-school.
In the meantime, bricks in three trucks
were delivered and left on site.
Late in the morning, Moses and I had been to Jinja.
I exchanged the cash I had brought from
Italy at a favourable rate. That was part of the money of the donations
collected from family, friends of Bagnone and from Donne di Luna and Comitato
promotore di “Bagnone in Festa 2017” all generous contributors to the fund
raising whom I thank once again on behalf of the entire community of Kyabirwa.
After that, we started our shopping.
At first, we went to an area in town where
they sell building materials. We bought 50bags of cement, some iron bars, the
welded iron net for the foundations, kilos of nails of different size, iron
ribbon and sand. The total expense was approx. the equivalent of 700€ plus
other 10 € paid for transport from Jinja to home (12 km approx).
In the late afternoon, a meeting was held
with the members of the local Committee in charge of building the pre-school. The
meeting was attended also by the Chairperson I (equivalent of a Mayor in Italy)
and Chairperson III, the top local political representative directly connected
to the Central Government, and his Deputy.
worthless to say that I was the “guest of
honor”. I realized how important my presence was and how essential the
financial resources I brought to start working on the project.
I became conscious of this not only
through the thank yous and other words of thoughtfulness but through what I saw
when we visited the site, as I said before. The Chairperson III was amazed by
what had been done in one single day and he officially said that he supports
this project in full. He congratulated the entire community for coming out with
this important project, and thanked me again for the financial support. He also
invited me to visit his office in Jinja and be introduced to the other
political members of the District administration which directly work with the
Central Government. I will do that for sure in the very next future and I will
have Moses, the “organizational brain” of the project to go with me.
This type of project, i.e. a private
iniziative at community level aimed at building a pre-school is the first to
materializing in the whole country where there are very few pre-schools that
only rich people can benefit of. The Chairperson said that this example has to
be “exported” in other parts of the country so that many other pre-schools can
be built to improve the educational level of the young Ugandans.
During the meeting, I spoke, of course,
and underlined how important for me was to be here again and talking to all
these people. I explained, in particular, that the financial resources I brough
were raised among the people of the community where I live and they have to be
considered a support for local people to encourage and empower them to be
self-confident and trust their creativity, capacities and opportunities. “This
is not something to show power”, I said, “it has to be considered an injection
of pride and self-confidence because you have to believe that you can achieve
whatever you set as goal”. I added that we are no longer living under
colonialism (although I believe it’s not true, see : globalization) and if
today they have money to help, tomorrow the same money can’t be there any more
which means they have to count on their own forces and complete the works to
get benefits in the future. Applause!
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Day 1 - inizio lavori
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i componenti del meeting ufficiale
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Day 2 - al mattino
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