March 13th, 2019
Knitting classes
have started
On Monday afternoon, the first lesson of
the knitting and crocheting classes for the village ladies started
At the beginning, I thought that nobody would showed up. I fixed the
starting time at 3:00 pm, and after one hour only two ladies were present. They
were carrying their younger children on their backs. Little by little, others
came, to reach the total of ten. Exactly the number of needles I had available
with two kilos of cotton brought from home.
The first afternoon, Monday, was particularly tense: teaching, better
showing how to start, wasn’t easy also considering the difficulty of the
language. Most of them don’t speak English so I had to ask for translation all
the time.
Luckily enough, Madam Susannah, the English Lady founder of Fingerprints
was there with us and she helped some of the ladies, while I helped some
others.
The second afternoon has been even busier. Words of mouth are very fast
in the village
What could I do then without knitting needles available?
I gave the newcomers the hooks to start crocheting. Being already taught,
they started immediately their new works following a pattern from the manuals I
bought for them.
The second knitting lesson was better than the first: the ladies practiced
quite a lot at home the previous day, so it was time to let them learn the “straight
stitch”.
In the middle of the chaos created by ladies’ chatting and children’s
shouting, I was able to explain them how to start with the straight stitch. All
of them were very busy.
I learnt a new word in the local language: “zingùla”
which means: “undo and start again”. I used the word many times on Tuesday afternoon!
During the weekend until Monday morning, I fulfilled another interesting
task. You will remember I talked about Manuel and Lilipad in the previous post.
Well, I catalogued approx. 400 books that Lilipad donated to start the new
village public library which will be located inside the school, exactly in the
workshop room.
After dividing the books by category (on the floor of my room): children,
youths, adults, literature, educational and academic, thus creating six different
categories, I started some new Excel files listing all the books accordingly.
After printing out the lists, I had the boxes with the books (very heavy
boxes) taken to the school. There, I marked each book with its own number
according to the list, using a different color for each category, then I
displayed them on the shelves.
The final result? Look at the photos!! And I’m happy to tell
you that starting March 11th, 2019, the “Kyabirwa Community Public
Library” is official open and functioning.
I must add that I’ve been the “first user” of the Library: I borrowed a
very interesting book.
It’s a piece of history about the “Home Children” when, back in the
early 1900, many English male children between 10 and 14, orphans or sons of
one parent only who couldn’t take care of them, where “given in adoption” to a
specialized agency which sent them to Canada to become helpers in Canadian
farms.
This is a piece of history which I was
unaware of and, once more,
reading about it made my stomach churn. How many children were abused and
ill-used in the past? And how many of them are still abused and exploited?
Still one too
many….
Sono
iniziati i corsi….
Lunedì pomeriggio sono iniziati i corsi di maglia ed uncinetto per
le signore e le ragazze del villaggio.
All’inizio, pensavo che l’aula rimanesse vuota. Avevo indicato,
come orario d’inizio, le 15:00… dopo quasi un’ora, sono arrivate le prime due
signore con i piccoli al seguito. Piano, piano, ne sono arrivate altre, sempre
portandosi sulla schiena i bambini più piccoli che non possono essere lasciati
soli, fino ad essere dieci in totale. Giusto il numero degli aghi da maglia che
avevo portato, insieme a due chili di cotone.
Il primo pomeriggio /lunedì,
è stato piuttosto impegnativo : insegnare, o – meglio – dimostrare come
partire con mettere su i punti, non è stato facile (considerata anche la
difficoltà linguistica: la maggior parte di loro non parla inglese, quindi mi
sono avvalsa dell’aiuto di una traduttrice, specie per i termini più tecnici).
Fortunatamente, era con noi Susannah, la signora inglese
fondatrice di Fingerprints, che ha aiutato alcune signore mentre io ne aiutavo
altre a capire il meccanismo del “metter su i punti”!
Il secondo pomeriggio è stato ancora più affollato. Le voci girano
velocemente nel villaggio!
Che fare, quindi, non avendo più aghi da maglia a disposizione?
Le nuove partecipanti hanno iniziato con l’uncinetto e, per
fortuna, essendo già capaci di lavorare, hanno iniziato i loro lavori seguendo un modello preso da uno
dei due manuali che avevo comprato.
La seconda lezione di maglia, martedì pomeriggioo, è andata
piuttosto bene: le signore, dopo aver fatto pratica a casa dal pomeriggio
precedente, hanno messo su i punti e si sono preparate ad imparare il “punto
dritto”.
Nel mezzo del trambusto – creato dal maggior numero di signore
presenti e dai bambini che, ovviamente, ciascuna di esse aveva portato – sono
riuscita a spiegare come lavorare il “punto dritto”!!!! il risultato: tutte
impegnatissime !
Ho imparato una parola nuova in lingua locale che mi è tornata
molto utile: “zingùla” che significa:
“disfa e rifai”. L’ho usata parecchie volte martedì pomeriggio!!!
Durante il fine settimana fino a lunedì mattina, ho completato un
altro lavoro interessante. Ricorderete che ho parlato di Manuel e di Lilipad.
Bene, ho catalogato ca. 400 volumi che Lilipad ha offerto per la nuova
biblioteca pubblica del villaggio, che avrà la sua sede all’interno della
scuola e, precisamente, nella grande aula dove si terranno i corsi di
addestramento.
Dopo aver suddiviso i volumi per argomento (sul pavimento della
mia stanza!): bambini, giovani, adulti, letteratura, cultura e libri di testo, creando
in tutto 6 sezioni, ho creato dei files in Excel per listare i volumi.
Dopo aver stampato le diverse liste, ho fatto portare gli
scatoloni con i libri (pesantissimi!!) a scuola dove ho numerato ciascun volume
seguendo l’ordine di ciascuna lista ed
assegnando un colore diverso a ciascuna sezione, poi li ho disposti sugli scaffali nella sala.
Il risultato? Guardate le foto! Non male direi. Da lunedì 11 marzo
2019, abbiamo la “Kyabirwa Community Public Library”.
Aggiungo di essere stata la prima “cliente” della biblioteca: ho
preso in prestito un librino rivelatosi molto interessante.
Il libro tratta l’argomento di “Home Children”, un fatto storico
che risale agli inizi del 1900 quando tanti bambini inglesi, tra i 10 e i 14
anni max., orfani o con un solo genitore impossibilitato a mantenere il proprio
figlio (solo maschio) venivano “dati in
adozione” ad un’agenzia specializzata per essere inviati in Canada come
manovali nelle fattorie.
Un fatto storico che ancora non conoscevo e che, ancora una volta,
mi ha fatto rivoltare lo stomaco. Quanti sono stati i bambini maltrattati ed
abusati nel passato? E quanti lo sono tuttora?.... sempre troppi….