giovedì 8 marzo 2018



8 marzo 2018      
Solo dopo un po’ che ero sveglia, ho realizzato che oggi è l’8 marzo. Me ne ero completamente dimenticata!
Ho riflettuto un po’ , scambiando anche qualche considerazione con Moses durante la nostra colazione e sono arrivata alla spiacevole conclusione che questa giornata non mi dice più nulla…
Ho ricordato il motivo che ha indotto, anni fa, l’ONU a proclamare l’8 marzo la “Giornata Internazionale della Donna” e ho paragonato questo motivo importante e valido a quello che, ai giorni nostri, questa giornata rappresenta…
Che squallore e che tristezza considerare questo giorno la “Festa della Donna”,  una giornata festosa, non celebrativa, in cui le donne si divertono (a volte, forzatamente) e fanno baldoria.
E qui le donne le vedi nei campi, piegate in due a zappare la terra per tutto il giorno, magari con un bambino legato sulla schiena ed altri due o tre che zappano con lei. E’ iniziata la stagione delle piogge, bisogna fare in fretta. Le prime piogge sono servite a dissodare il rosso terreno che era diventato durissimo , quasi impenetrabile. Adesso si tratta di zappare e seminare per far sì che la pioggia che verrà faccia germogliare in fretta i semi di mais ed i fagioli per avere presto un raccolto abbondante.
Altre si affrettano con pesanti carichi portati in testa: chi ha rami che servono per accendere i fuochi della cucina, chi trasporta “jerry cans” (le famose taniche, rigorosamente gialle da 25 L) colme d’acqua riempite ai pozzi per gli usi domestici, altre ancora che, con estrema dignità, portano catini in plastica pieni di cibarie da vendere per strada o vicino alle scuole per la merenda, oppure ai mercati che, altro non sono che punti d’incontro di persone che hanno qualche misera cosa da vendere.
Quello che ho visto – e continuo a vedere qui ogni giorno – è un pugno nello stomaco. Ma quando i leaders che hanno potere, sia in paesi come questo che nei paesi più ricchi, si renderanno conto della condizione misera delle loro donne? Quando, invece di consumare inutilmente le  finanze, si porranno obiettivi seri e necessari a migliorare le condizioni di vita delle proprie cittadine e cittadini?
L’8 marzo non è una festa e non deve neppure essere la giornata per un’auto celebrazione da parte di quelle donne che hanno acquisito una posizione più o meno rilevante nella società.
Deve essere, invece, uno stimolo per utilizzare capacità e risorse economiche per migliorare le condizioni di vita della maggioranza di donne che vive nella povertà, nella miseria, donne che non sanno né leggere né scrivere, donne che si spezzano in due per racimolare quattro soldi per mangiare, donne che non sono più donne, bensì sono schiave dell’ignoranza e dello sfruttamento da parte di un’immorale idea di società che ha perso ogni briciola di umanità.

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